Campagna referendaria dai toni inaccettabili
Che questa campagna referendaria stia assumendo toni davvero inaccettabili lo dimostra la foto che sta circolando da qualche ora tra i sostenitori del No: un uomo sotto la doccia (di cui si vedono solo i piedi) con una saponetta a terra su qui compare il logo “basta un sì”. Il senso degli autori non necessita di spiegazioni.
Utilizzare il più becero clichè del cameratismo omofobo, che pone l’atto omosessuale in senso spregiativo e canzonatorio, a sostegno della campagna referendaria (del No o del Sì poco importa), è davvero intollerabile. Manca di rispetto a tutti i cittadini omosessuali di questo paese che proprio anche a causa di qeusti clichè ancora oggi subiscono discriminazioni e ingiustizie. Il rimando a questo schema machista di sottomissione sessuale è uno dei peggiori mali della nostra cultura, e lo sanno bene anche tutte le donne che quotidianamente lo subiscono. Ecco perchè non può in alcun modo essere sdoganato, nemmeno mascherandolo con una finta ironia.
In più, utilizzare la metafora della “saponetta da raccogliere in doccia” è grave perchè ignora che l’origine di quell’immagine di dubbio gusto e per nulla divertente, deriva dagli stupri che nelle carceri subivano, e spesso ancora subiscono, i detenuti omosessuali proprio sotto le docce.
Sorprende poi ancora di più che questa immagine volgare sia stata oggi condivisa da chi come la scrittrice Michela Murgia, si è sempre dichiarata a parole dalla parte delle minoranze di ogni tipo. I tweet che ribadiscono il suo sostengo a questo tipo di campagna omofoba lasciano senza parole e indignano. Esclusa la svista del primo momento, non rimane altro che pensare che pur di difendere le proprie ragioni, ognuno sia pronto a mettere in gioco anche i peggiori pregiudizi che, evidentemente, in altre occasioni riesce invece a nascondere.