Il Sindaco sconfitto dalle donne
Quella sulla equa rappresentanza di genere ( quote rosa) e’ stata chiamata “la madre di tutte le battaglie” ed e’ durata oltre un anno con ben tre ricorsi al TAR. E comunque vada, sul rispetto dell’ art 5 comma 3 dello Statuto del Comune di Roma, abbiamo vinto noi. Abbiamo vinto piegando il Sindaco, costringendolo al rimpasto prima del prossimo 22 febbraio, giorno in cui con molte probabilità il TAR avrebbe discusso nel merito il nostro ricorso, decidendo di nuovo lo scioglimento della Giunta di Roma Capitale.
Le accuse pronunciate da Alemanno, negli ultimi mesi, contro di noi si sono dimostrate parole al vento, smentite dal suo stesso ulteriore rimpasto. La nostra non era nè una posizione ideologica nè tantomeno una bieca battaglia ostruzionistica o di parte.
E’ evidente a tutte le persone di buon senso che l’ingresso in giunta della terza donna e’ solo una mossa dettata dal timore di perdere al TAR. Non si illudano le donne del centro-destra: con questo nuovo rimpasto non c’e’ alcuna volontà di rispetto della rappresentanza paritaria da parte del Sindaco.
Lo abbiamo piegato solo per paura, paura del crollo della sua traballante e rissosa maggioranza davanti allo spettro di un nuovo azzeramento. Anche la sua precedente mossa da prestigiatore e’ stata un fallimento : rinominare gli stessi assessori modificando le deleghe delle sole due donne non gli e’ servito a molto, anzi ne e’ uscito malissimo, dando ancora una volta prova di pressappochismo e superficialità. Bene avevano fatto i giudici del TAR, davanti ai nostri motivi di integrazione del ricorso, a fissare l’udienza di merito dopo poco più di un mese, forse un avvertimento al Sindaco per ricordargli che non si gioca con le norme europee, nazionali e statutarie.
Buon lavoro dunque alla nuova assessora e alle altre due già in carica, nella speranza che il Sindaco abbia imparato da questa ennesima figuraccia che le regole vanno rispettate sempre, senza giochetti nè giustificazioni, e che ancor di più vanno rispettate quelle donne che combattono per la rappresentanza e la dignità di tutte, anche delle silenziose e schiacciate colleghe del centro destra.