Interrogazione su violenza contro manifestanti
Stop alla violenza degli uomini di Salvini contro il pacifico dissenso. L’avevo annunciato e l’ho fatto.
Ecco l’interrogazione presentata insieme a tanti Senatori PD
Ora venga in Parlamento a rispondere
INTERROGAZIONE:
Atto n. 3-00916
Pubblicato il 18 giugno 2019, nella seduta n. 122
CIRINNA’ , PARRINI , STEFANO , BINI , VALENTE , ALFIERI , ASTORRE , BOLDRINI , COMINCINI , CUCCA , D’ALFONSO , D’ARIENZO , FARAONE , FEDELI , FERRARI , FERRAZZI , GARAVINI , GIACOBBE , GINETTI , IORI , LAUS , MARGIOTTA , MARINO , MESSINA Assuntela , MISIANI , PARENTE , PATRIARCA , ROJC , ROSSOMANDO , TARICCO , VATTUONE , VERDUCCI – Al Ministro dell’interno. –
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
nel corso della campagna elettorale appena conclusa si sono verificati numerosi episodi di violenza nei confronti di persone manifestanti in modo pacifico il dissenso, con particolare riguardo ai numerosi comizi che il Ministro in indirizzo ha tenuto, in diverse città italiane, nella sua veste di leader del partito Lega Salvini premier;
tra i più recenti episodi, merita ricordare i seguenti, che hanno avuto ampio risalto sugli organi di stampa anche mediante documentazione fotografica e filmata;
in data 3 giugno 2019, durante il comizio del Ministro a Porto Mantovano (Mantova), una donna disabile in sedia a rotelle è stata fatta oggetto di insulti e percosse da parte di un sostenitore della Lega, per essersi opposta alla rimozione di alcuni striscioni, stesi a terra, contenenti espressioni di dissenso non violento nei confronti del Ministro e della sua azione politica;
nella stessa data, durante il comizio a Cremona, un ragazzo di fede cattolica, impegnato nelle attività di un oratorio locale, è stato oggetto di percosse e insulti verbali da parte di sostenitori della Lega, per aver alzato in alto una sciarpa bianca con la scritta “Ama il prossimo tuo”, che è stata poi sottratta da agenti della pubblica sicurezza e da agenti della Polizia municipale all’inasprirsi della violenza a suo danno; nella documentazione filmata si avverte chiaramente la voce del Ministro che, avvertito il tafferuglio, chiede ai suoi sostenitori di lasciare da solo “il poverino” e di fare “un applauso a un comunista”, “perché se non c’è il comunista ai giardinetti noi non ci divertiamo”;
ancora, in data 4 giugno 2019, durante un comizio del Ministro a Forlì, ad una ragazza è stato impedito l’accesso alla piazza in cui si svolgeva l’incontro in quanto la stessa indossava una borsetta di tela con le scritte “Te ne devi andare” e, sull’altro lato, “Fastidio”. Si tratta di una borsetta liberamente acquistabile sul mercato, e il messaggio che reca è privo di qualunque significato politico. Tuttavia, alle rimostranze della ragazza, gli agenti di pubblica sicurezza presenti sul luogo obiettavano che il messaggio avrebbe potuto essere male interpretato e avrebbe potuto creare problemi all’ordine pubblico. Di fronte alle rassicurazioni della ragazza, che si impegnava a tenere nascosta la borsetta, gli agenti replicavano, secondo quanto testimoniato dall’interessata e riportato dagli organi di stampa, con le seguenti parole: “facciamo allora che lei mi dà il documento, se poi io la vedo o vedo dei filmati con la sua borsa girata la vengo a prendere”;
solo in un caso fra i tre richiamati le forze di pubblica sicurezza si sono impegnate direttamente per garantire l’incolumità delle persone interessate e la loro libertà di manifestare il dissenso;
considerato che:
l’art. 21 della Costituzione garantisce la libertà di manifestazione del pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione;
l’art. 17 della Costituzione stabilisce che tutti i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi;
né la manifestazione del dissenso, né la reazione ad esso possono assumere forme violente, trattandosi di condotte che si pongono in palese violazione del principio, sancito dall’art. 49 della Costituzione in relazione all’attività dei partiti politici, del concorso con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale;
pertanto, in presenza di pacifiche manifestazioni di dissenso, che non determinino un pericolo immediato ed attuale per la sicurezza e l’incolumità pubblica, non sono ammissibili forme di censura preventiva del pacifico dissenso da parte delle forze di pubblica sicurezza;
parimenti, non sono ammissibili condotte violente ai danni di chi presenzi, a qualunque titolo e con qualunque finalità (ivi compresa quella di manifestare in modo pacifico il proprio dissenso), a riunioni a carattere politico, e dette condotte violente devono pertanto essere immediatamente arginate perseguendone gli autori a termini di legge,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti avvenuti;
se esistano disposizioni date, in qualunque forma, alle forze di pubblica sicurezza, volte ad un inasprimento dei controlli, anche preventivi, nei confronti dei partecipanti a qualunque titolo a riunioni in luogo pubblico, ivi compresa l’identificazione e il segnalamento dei partecipanti in violazione o in deroga all’art. 4 del regio decreto n. 773 del 1931;
quali iniziative intenda intraprendere per assicurare il pacifico svolgimento delle riunioni a carattere politico, ivi compresa la libertà di manifestare il proprio dissenso senza correre rischi per l’incolumità personale.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1113687/index.html