Perchè le primarie sono necessarie
Oggi, come sempre di domenica, ho dedicato più tempo alla lettura dei giornali, e mi sono soffermata sul pezzo de L’Espresso su “la corsa al Campidoglio” .
Alla fine della lettura mi è tornato in mente il vecchio motto di Mao Zedong : grande è la confusione sotto al cielo, quindi la situazione è eccellente.
Ho fatto, poi, un pensiero più personale: vengo definita animalista, vegetariana e femminista. Non ritengo da stigmatizzare queste mie scelte di vita: sono elementi che dimostrano la coerenza tra ciò che predico e ciò che pratico.
Detto questo, la vera riflessione è quella politica. Sulla corsa al Campidoglio, per il mio amato PD, c’è poco margine di manovra.
Statuto del Partito Democratico nazionale
Articolo 24, comma 1
“I candidati alla carica di Sindaco e Presidente di Regione vengono scelti attraverso il ricorso alle primarie di coalizione”.
Statuto del Partito Democratico di Roma
Art.16, comma 1
“Il Partito Democratico di Roma assume le primarie come elemento costitutivo della propria rappresentanza e della propria proposta politica affinché le stesse traggano legittimazione e vitalità dal rapporto diretto con i cittadini elettori”.
Parto da queste due citazioni per ricordare quanto siano centrali le primarie per il PD, considerate addirittura come elemento costitutivo. Rappresentano un rapporto diretto con la nostra gente che in troppi territori abbiamo perso e che dobbiamo, a tutti i costi, recuperare. Penso che le primarie abbiano, in questa fase politica, delle funzioni importanti : quella di provare a riunire il popolo del centro sinistra così deluso, rassegnato e disgregato, ma anche quella di offrire a coloro che non si riconoscono né nel “disastro Raggi” né nella prospettiva populista della destra, un luogo di ascolto, dialogo e partecipazione dove ripensare il futuro di Roma. Un futuro da costruire insieme ripartendo dalle identità ideali e culturali collettive e dei singoli.
Ogni città ha le sue specificità, la sua storia, il suo DNA. E per scegliere chi dovrà correre per la carica di sindaco è indispensabile confrontarsi con quelle specificità, quella storia, quel DNA. Se si vuole correre per vincere, naturalmente.
La ridda di nomi che circola ormai da settimane e che dovrebbero calare dall’alto senza un confronto democratico, fa male al dibattito e allontana, invece che avvicinare, la nostra gente.
Ogni comunità ha delle regole che sceglie per sé liberamente, un insieme di principi che, una volta stabiliti vanno rispettati.
Il PD ha scelto, giustamente, di dare un ruolo centrale alle primarie: sarebbe incomprensibile fare diversamente.
E lo sarebbe ancor di più se le primarie non coinvolgessero tutta l’area di centro sinistra, unita in una coalizione, che si rivolga a tutte le forze politiche, civiche e ai movimenti.
Dal tavolo della coalizione prenderà vita il programma comune, frutto dell’ascolto delle forze sociali ed economiche, il regolamento delle primarie stesse e, solo dopo questi passaggi, la scelta dei candidati.
Ben venga che ci siano nomi diversi pronti a mettersi in gioco: è una ricchezza!
Facciamo le primarie e vinca il migliore o la migliore!