INNO:”Ormai stacchetto musicale da destra incoerenza politica e istituzionale”
La prima ragione che ci induce a chiedere la limitazione dell’esecuzione dell’Inno nazionale in Aula Giulio Cesare è una ragione di decoro . Quanto avviene oggi mortifica l’inno di Mameli.
L’intento iniziale intendeva risvegliare il sentimento nazionale per fronteggiare le farneticazioni secessioniste e le offese alla città di Roma da parte della Lega.
Oggi invece ci troviamo di fronte ad una ripetuta sciatteria sia tra i banchi dell’Assemblea Capitolina che tra quelli del pubblico.
Il centrodestra non può ritenere più patriottica una esecuzione musicale che ha svilito sia politicamente con alleanze antinazionali e antiunitarie e con atteggiamenti poco consoni al decoro dovuto in concomitanza dell’esecuzione dell’inno d’Italia.
L’Inno di Mameli deve continuare a rappresentare insieme alla bandiera tricolore, l’elemento distintivo e qualificante nel quale tutti gli italiani dovrebbero riconoscersi e la sua esecuzione serve a dare più solennità alle cerimonie e agli eventi .
Durante l’esecuzione di quello che è nato come canto degli italiani per significarne l’unità della nazione in aula accade di tutto: consiglieri al telefono, via vai dall’Aula e sgradite alzate di voce. Tra un appello ed un altro, considerando la permanente assenza del numero legale, abbiamo assistito più volte a false partenze della registrazione musicale dell’inno.
E’ questo il motivo per cui ci si chiede se ha ancora senso continuare con questa farsa e mortificare quello che dall’unità della nostra Patria è diventato l’inno Nazionale e che ora viene ridotto a semplice stacchetto musicale alla stregua di quanto succede per i programmi radiotelevisivi .
Per ridare dignità all’inno e al suo autore che morì a soli 22 nella nostra città per difendere la Repubblica Romana dall’esercito francese, ritengo più giusta l’esecuzione solo in occasione di circostanze più solenni come ,per esempio, le cerimonia per il conferimento di cittadinanza o durante incontri di livello internazionale.
Peraltro le reazioni del centrodestra oggi sono del tutto fuori luogo e contraddittorie considerando che sia il PDL che il neonato gruppo che si è appropriato del nome ‘Fratelli d’Italia’ , hanno nuovamente stipulato l’ennesimo patto con la Lega. Lo stesso Sindaco Alemanno dopo aver più volte negato la riproposizione dell’alleanza con Bossi dopo l’infausto ‘patto della Pajata’ oggi ‘obtorto collo’ torna a braccetto con i leghisti.