Rimpasto:”La giunta di Alemanno è come una porta girevole”
Il sesto rimpasto in cinque anni. Tre assessori al bilancio, tre assessori sollevati dall’incarico a seguito di ‘parentopoli’, un assessore sostituito perché finiano, due donne in giunta dopo i ricorsi i ricorsi al TAR vinti dalle donne e solo ora perché costretto dalle candidature elettorali e dall’imminenza della prossima sentenza del TAR sull’equità di genere prevista per il 7 Febbraio Alemanno rimpiazza i suoi tre assessori uscenti con due donne e un caposegreteria. Sembra il bollettino di una pensione ad ore ed invece è il triste primato raggiunto dalla giunta guidata dal Sindaco Alemanno.
Il giudizio sulle nuove assessore dovrà necessariamente attendere la prova dei fatti. Va sottolineato però che la compagine guidata da Alemanno sembra aver assunto le sembianze una porta girevole dove entrano o escono per alterne vicende i delegati delle singole correnti del PDL.
Costretto dagli eventi, dagli scandali, dalle divergenze politiche, dalle sentenze del TAR, dalle correnti interne del suo partito ed solo in ultimo e dalle elezioni, Alemanno a soli quattro mesi dalla fine della sua esperienza tinge di rosa una giunta che al di la delle presenze numeriche resta a trazione maschile per misoginia e per pratica politica.
A tutte le costrizioni fin qui elencate ora il Sindaco dovrà aggiungere, come da art.45 del regolamento dell’Assemblea Capitolina, quella di dover riferire in ordine alla revoca e nomina degli assessori. Quindi dovrà presentarsi in aula e chiarire in questa occasione all’Assemblea e alla città anche la vicenda relativa alla fornitura dei filobus della Breda-Menarini e soprattutto a che titolo l’ex AD di EUR spa partecipava alle riunioni per il prolungamento della metro B di Roma non avendo incarichi specifici da espletare.
Evidentemente il Sindaco di Roma agisce suo malgrado solo se costretto.