Non finisce il coraggio
Da quella notte del 15 agosto ho combattuto, prima di tutto, contro me stessa. Nonostante la perenne sensazione di sconfitta, giorno dopo giorno, ho attraversato un territorio vastissimo, incontrando l’affetto di tante persone, ascoltando desideri, necessità e anche critiche. L’ho fatto con coraggio e generosità, perché non conosco altro modo di fare politica, da donna di sinistra impegnata in politica e, finora, nelle istituzioni. Non è bastato.
Nel quadro di un risultato complessivo drammatico e lacerante, mi sono fermata circa sei punti sotto la mia avversaria: ci separano trentamila voti.
A lei i miei auguri di buon lavoro.
A Roma la coalizione di centrosinistra non è riuscita a vincere in nessun collegio uninominale del Senato, e solo in due collegi alla Camera. Uno degli eletti è il mio amico Roberto Morassut, con cui ho condiviso quasi ogni giorno di campagna elettorale.
A Roberto voglio dire il primo grazie. E voglio dirgli anche che sono felice per la sua rielezione: questo Parlamento avrà un grande bisogno di persone serie e preparate come lui.
Ho molti altri grazie da dire. Il primo alle militanti e ai militanti del Partito e della coalizione, che mi hanno accolta con affetto e mi hanno accompagnata lungo tutta la campagna: siete la forza di questo Partito e della sinistra italiana, una forza troppo spesso ignorata e non ascoltata.
Il secondo ai Giovani Democratici Roma, dei Municipi in cui ero candidata, di Ciampino e di Fiumicino: grazie ai loro sorrisi, al loro entusiasmo, alla loro capacità di costruire pensieri nuovi. Confrontarmi con voi è stato bellissimo, contare sul vostro appoggio mi ha riscaldato il cuore e mi ha dato tanta energia.
Il terzo a quelle colleghe e a quei colleghi che mi hanno sostenuta, con un messaggio, un video, un’iniziativa fatta insieme: c’è ancora spazio per i rapporti umani, anche in momenti difficili come questa campagna elettorale.
Ancora, voglio ringraziare il mio staff, che ha condiviso ogni minuto, ogni scelta, ogni momento di gioia e di sconforto fino a questa notte.
E mio marito Esterino, cuore e mente di questa campagna elettorale, grande amministratore e politico di enorme cultura, che con la sua lucidità, ma soprattutto con il suo amore, ha reso più leggere queste settimane nelle quali i vertici del partito mi hanno fatto mancare la loro solidarietà e il loro sostegno.
Saremo all’opposizione, certo, ma se questo attraversamento del deserto sarà fatto con ignavia e superficialità nessuno ne avrà giovamento e il partito resterà un coacervo di correnti sempre in lotta per i posti di potere. Basta!
Adesso potrebbe aprirsi una fase nuova: potrebbe! Sarà nuova solo se il Partito democratico si impegnerà in un lavoro di radicale rinnovamento.
Rinnovamento della classe dirigente tutta, ormai davvero logora e giudicata negativamente da questo voto. Il nostro partito ha tante energie giovani, amministratrici e amministratori che ogni giorno si consumano le scarpe. Possono essere la spina dorsale di un progetto nuovo. Ma soprattutto è urgente un rinnovamento delle idee, occorrono scelte coraggiose sulla nostra identità e sul nostro futuro.
Con il coraggio di attraversare e agire i conflitti che ci sono, senza ignorarli e senza nasconderli: il congresso sia il momento per affrontarli, con coraggio.
Infine, non posso non ringraziare le oltre 134.000 persone che hanno creduto in me. Il grazie più importante, però, lo riservo a voi che siete sempre stati la mia forza.
Conserverò le vostre parole, i vostri messaggi, il vostro incoraggiamento continuo, come il tesoro più prezioso. Finché ci sarete, io ci sarò: in forme nuove, fuori dalle istituzioni, l’impegno per l’eguaglianza non finisce. Non finisce la voglia di parlare alto e agire insieme contro le ingiustizie, le discriminazioni, così come non finisce la voglia di ascoltare.
E non finisce il coraggio.