Oggi il funerale di Giulia
Sono giorni che mi arrabbio leggendo i giornali e ascoltando la tv e ora vi dico perché, e ve lo dico oggi che è il giorno del funerale di Giulia Cecchettin.
Una ragazza giovanissima, quasi laureata, con tutta la vita davanti per realizzarsi. Giulia è stata uccisa dal suo ex fidanzato con 22 coltellate, è morta dissanguata tra atroci sofferenze, è stata ammazzata da un mix micidiale: possesso e controllo.
La sua condanna a morte ha questa motivazione: se non vuoi più essere mia non lo sarai di nessun altro.
Questo non è amore e non si può e non si deve trattare questa tragedia come se fosse causata da troppo amore.
Basta con questa narrazione tossica, basta parlare di Turetta come di un giovane stordito dal diniego della sua amata a tornare con lui e per questo perfettamente rientrante nello stereotipo per cui chi ama e uccide non lo fa con premeditazione.
Almeno per oggi , nel giorno del funerale, vorrei che chiunque nei media la smetta di narraci di questo povero ragazzo affranto, che piange e vuole vedere i genitori.
Almeno per oggi, vi prego parliamo solo di Giulia e delle infinite Giulie già morte per femminicidio in questa triste Italia, ammazzate solo perché donne , e solo perché ribellatesi allo stereotipo patriarcale della donna che non deve dire mai di no all’uomo che pensa di amarla, ma che invece vuole solo possederla e controllarla.
L’opinione pubblica non deve essere fuorviata dalla difesa di Turetta che tenta di accreditare l’ipotesi dell’omicidio preterintenzionale, cioè di una condotta diversa dalla volontà di uccidere che però ha portato ad un tragico epilogo non voluto dall’assassinio. Lo scopo è ovviamente quello di avere una condanna ad una pena dai 10 ai 18 anni, al posto dell’ergastolo in presenza di aggravanti.
Ieri ho letto che <<Turetta potrà guardare la tv e seguire i funerali Giulia. Filippo Turetta è un detenuto come gli altri al carcere di Verona e per questo gode dei diritti riconosciuti a tutti i reclusi. Tra questi anche la possibilità di vedere la tv. E’ un detenuto come gli altri, e si rende conto di quello che ha fatto” spiegano fonti all’Ansa: “sta prendendo le misure con la realtà del carcere, che la prima volta è uno shock”. Il 22enne è in cella con un detenuto di 50-60 anni, un “angelo custode”, che in accordo con la direzione ha accettato di “seguirlo”. >>
Premessa necessaria : sono stata per quasi 10 anni in commissione giustizia in Senato, ho insegnato per anni procedura penale, ho visitato molti carceri, e sono profondamente garantista, e sono contraria all’ergastolo. Aggiungo che quando una persona si trova nelle mani dello Stato, gli vanno garantiti tutti i diritti a cominciare dalla dignità di vita durante la custodia in carcere e che proprio lo Stato debba fare di tutto affinché la pena sia rieducativa.
Detto ciò basta, lo ripeto, con questi racconti giornalistici melensi e pieni di stereotipi: ma come si può pensare, e peggio scrivere, che un uomo che sferra 22 coltellate dopo aver tramortito la donna che diceva di amare, abbia bisogno di un “angelo custode” ? Per favore almeno oggi TACETE!