Caro Scanzi, no falsità sulle unioni civili, M5S ha ignobilmente tradito
Quanto ho sentito dire oggi da Andrea Scanzi, giornalista de il Fatto quotidiano, durante la trasmissione Tagadà su La7 è falso e disgustoso. O Scanzi è profondamente disinformato o è in malafede. E’ mistificatorio sostenere che M5S non abbia votato la legge sulle unioni civili perchè non c’era la stepchild adoption. Se l’adozione coparentale è saltata dal testo è proprio per colpa del M5S. Il non aver votato il “canguro”, adducendo scuse pretestuose, ha causato la modifica della legge.
Nel libro “L’Italia che non c’era” l’ho raccontato con dovizia di particolari. E per rinfrescare la memoria a Scanzi, al quale invierò una copia, riporto di seguito alcuni estratti delle pagine interessate che riguardano il 16 febbraio 2016 e i giorni seguenti.
“Mancavano 20 minuti alle 19 quando il senatore di M5S Alberto Airola prese la parola per annunciare che i grillini non avrebbero votato l’emendamento Marcucci”.
E riguardo il voto del famoso emendamento “premissivo” che avrebbe messo in sicurezza TUTTA la legge ecco cosa disse Airola:
” Io non me la sento di costringere il mio Gruppo, perché non ne avrei neanche il potere”.
Parole pesantissime che segnavano il tradimento definitivo dei M5S. I Giuda parlamentari avevano davvero deciso di provare ad uccidere la legge.[…]
Quella sera tutti i telegiornali e le testate online raccontavano l’accaduto, con titoli più o meno analoghi “Voltafaccia dei 5 stelle”, “Tradimento 5 stelle su unioni civili”, “Retromarcia M5s, ora la legge è a rischio”. […]
La lettura dei giornali la mattina seguente mi fece capire meglio molte cose. Uno dei pezzi più interessanti era su La Stampa, un retroscena a firma di Francesco Maesano: “Per tutta la scorsa settimana Casaleggio aveva fatto capire in ogni modo che quella legge, con dentro la stepchild adoption, farebbe perdere al Movimento più voti di quanti non ne garantirebbe. Peggio, il sì incondizionato alla legge rischia di essere repulsivo verso l’elettorato di centrodestra, in libera uscita da forze politiche ormai logore, che rappresenta il vero bacino di pesca dove il diarca milanese dei Cinquestelle vuole condurre la sua creatura politica alle prossime amministrative”.
Alla luce di quanto poi avvenne a Roma e Torino, mai analisi fu più azzeccata![…]
Ma il Pd la legge la voleva e lo ha dimostrato fino in fondo.
“Il loro tradimento aveva creato una situazione davvero complicata. La via d’uscita era un sentiero stretto e difficile. Era necessario trovarlo e percorrerlo, non si poteva tornare indietro”.
Essendosi tirato fuori il M5S, fu necessario trovare un accordo con Alfano e ricorrere al voto di fiducia. Quindi, caro Scanzi, è vero proprio il contrario: M5S il primo no lo ha detto proprio al testo che conteneva la stepchild. E dopo ha fatto anche peggio nelle dichiarazioni di voto sulla legge, come ho raccontato nel libro:
“Ciò che mi colpì maggiormente fu l’intervento del M5S affidato, per una crudele legge del contrappasso, ad Alberto Airola. Proprio lui, che per oltre due anni aveva contribuito a costruire il testo e con il quale avevamo lavorato in pieno accordo. Proprio lui, che fino alla sera prima del voto sul cosiddetto “canguro”, mi aveva rassicurato sulla fedeltà M5S. Proprio lui venne costretto a scagliarsi contro la legge. Provai pena umana. E ne provai ancor di più quando, per ricercare un colpo di teatro, concluse l’intervento urlando: “State per approvare una schifezza! Andate tutti affanculo!”. Ed uscì dall’aula seguito dagli altri pochi senatori grillini rimasti a dargli manforte. Una mossa disperata, priva di dignità e coerenza. Da quel giorno, quando mi incrocia, finge di non vedermi per non salutarmi”.