Caso ACEA. Cosa accade nel consiglio comunale di Roma Capitale?
Appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
In qualità di capogruppo del Partito Democratico dell’Assemblea Capitolina sono costretto a rappresentare i gravi e recenti fatti che sono accaduti nell’Assemblea Capitolina di Roma Capitale, che hanno provocato tensioni e hanno scosso la tenuta democratica di istituzioni elette dai cittadini romani e che riguardano la discussione della proposta di deliberazione n. 32/2012 al cui interno è prevista la vendita di ACEA.
Le regole democratiche dell’Assemblea Capitolina in questi giorni sono state messe a dura prova più volte dal comportamento del Sindaco di Roma finalizzato ad aumentare il conflitto tra maggioranza e opposizione ed hanno trascinato ad un vero e proprio scontro i consiglieri comunali come non era mai accaduto.
Abbiamo richiesto più volte, con lettere e con incontri, l’intervento del Prefetto e del Segretario Generale di Roma Capitale per il rispetto delle norme e a tutt’oggi siamo costretti ad assistere allo stravolgimento delle regole e dei Regolamenti con una forzatura illegittima delle procedure. Il Segretario Generale di Roma Capitale, dopo indebite pressioni, ha prodotto un parere assolutamente inaccettabile e “pilatesco” con il quale, non potendo definire legittima la questione sospensiva presentata dal capogruppo della PDL Luca Gramazio, in palese contrasto con l’art. 65 e 67 del Regolamento del Consiglio Comunale, ha chiesto il rinvio della votazione degli Ordini del Giorno presentati dalle opposizioni. Nel parere ha ritenuto opportuno scaricare su un voto d’aula le proprie responsabilità, arrivando perfino ad ipotizzare che un voto semplice dell’Assemblea Capitolina potesse “essere dirimente e segnare un chiarificatore canone interpretativo”. Tutto ciò in contrasto con quanto espresso qualche minuto prima con un comunicato stampa dal Prefetto di Roma, che giustamente asseriva che un voto d’aula non può cambiare il Regolamento del Consiglio Comunale.
Da mesi sosteniamo una posizione politica netta di opposizione ad un provvedimento che calpesta il rispetto del risultato referendario con il quale gli elettori italiani, insieme ad oltre 1.200.000 romani, hanno voluto indicare come necessario il mantenimento di un bene fondamentale come l’acqua come bene comune e la relativa gestione.
I fatti più recenti inoltre mostrano una totale adesione del Presidente dell’ aula, Marco Pomarici, alle necessità politiche del Sindaco e della sua maggioranza consentendo operazioni di sostanziale cancellazione di atti prodotti dalle forze di opposizione nei tempi e nei modi previsti dal Regolamento dell’ Assemblea Capitolina e perdendo di fatto il ruolo di garante dei lavori d’aula.
In questo clima, nel quale si evidenziano continue forzature e contrasti stridenti con il rispetto del Regolamento dell’ Assemblea Capitolina, appare sempre più difficile svolgere il ruolo istituzionale al quale i Consiglieri tutti sono stati chiamati dai cittadini romani.
Quindi a nome e per conto del Partito Democratico ho ritenuto opportuno porre alla Sua attenzione quanto sta accadendo in queste ore e chiedere, nel rispetto dei ruoli e delle regole, un Suo cortese intervento immediato.
On.le Umberto Marroni