Cirinnà: Pd sia interprete dei diritti in un centrosinistra largo, per sfuggire ad accordi innaturali neocentristi
Il testo dell’intervento alla Direzione nazionale del 30 Maggio 2017
Da qualche giorno ho la costante sensazione del dèja-vu, mi torna in mente in modo ricorrente la sensazione di un’esperienza già vissuta in precedenza. Una sorta di incubo legato alla ragionevole e nefasta possibilità che il Pd torni al governo in una innaturale intesa con Berlusconi. A questo ci condannerà l’accordo sul sistema elettorale, di fatto proporzionale: all’ingovernabilità e agli accordi innaturali.
E’ per questo che mi torna in mente quel giorno, era il 25 febbraio dello scorso anno, quando a poche ore dal coraggioso voto di fiducia sulle unioni civili ci trovammo nella stanza di Zanda con la ministra Boschi e il ministro Orlando; avevamo già subito dopo il tradimento dei 5 Stelle e l’obbligato rientro in maggioranza il doloroso stralcio dell’adozione coparentale che ha di fatto mutilato la legge.
Ebbene, nonostante ciò, il nostro alleato di governo ci chiese un segno in più di distanza dal matrimonio e così uscì dalla legge l’obbligo di fedeltà.
Ora, con questa accelerazione noi lasceremo aperte in Parlamento molte questioni che afferiscono ai diritti civili, direi ai diritti umani, come lo ius soli, il biotestamento, il reato di tortura, la legge sulle origini biologiche e quella sul cognome della madre.
Ecco il mio incubo, e credo quello di molti di noi: come potremo dare risposte alle migliaia di cittadini che chiedono diritti quando noi stessi, il Pd che dovrebbe essere un partito di sinistra, si prepara già a una possibile futura ipotesi di governo neocentrista nel quale tutto sarà oggetto di accordi e trattative in un campo con un perimetro troppo stretto per poter sostenere con forza quelle grandi innovazioni sui diritti che ci terrebbero al passo con l’Europa.
Solo tornando all’idea condivisa in precedenza da tutto il Pd di lavorare per avere una legge elettorale maggioritaria potremo tentare di realizzare quella spinta verso un centrosinistra largo, unico luogo politico nel quale condividere la costruzione di un campo riformista.
Chiedo che il Pd sia la prima forza politica a promuovere, a partire dal prossimo programma elettorale, la questione di come coniugare diritti sociali e diritti civili, per rispondere alle richieste di civiltà e di umanità che per ora restano solo sogni per molti dei nostri cittadini.