Confrontiamoci nel Congresso, ma con onestà intelletuale e senza attacchi personali
Ringrazio Dario Ballini per le parole che ha speso per me, lo ringrazio di cuore con stima e amicizia vera.
Per avere espresso alcune critiche politiche all’intervista di Minniti di ieri, sono stata fatta oggetto di un attacco scomposto e certamente organizzato, come troppo spesso avviene nel nostro Partito.
Che questo accada all’apertura del Congresso – il momento in cui, sovranamente, la comunità decide di se stessa e del proprio futuro – è grave e significativo. Peraltro, la mia valutazione dell’operato di Minniti sul piano delle politiche su sicurezza e immigrazione non è isolata nè nuova: non ricordiamo più la reazione ferma di Delrio alle decisioni in materia di sbarchi e respingimenti, e il suo condivisibile richiamo all’esigenza di conciliare regolazione dei flussi e politiche di umanità? Non ricordiamo più le affermazioni, tardive, di dirigenti di primo piano – tra cui Orfini – all’indomani della sconfitta elettorale?
Il 4 marzo dovrebbe averci insegnato che – ad imitare malamente le politiche della destra – si fa solo e soltanto il gioco di quest’ultima.
E io rivendico il diritto di dirlo ad alta voce, specie durante il Congresso. Che, per questo, mi si accusi di disonestà o peggio ancora di ingratitudine, è semplicemente vergognoso.
Ho riconosciuto, sempre, i meriti di tutti coloro che hanno aiutato il difficile percorso parlamentare delle unioni civili. Ma non per questo ho rinunciato alla mia libertà di pensiero e di critica, separando il mio cammino da quello di alcuni di loro.
La miglior forma di gratitudine è l’onestà intellettuale, che porta con sè il confronto politico franco e leale, ma anche serrato ed aspro, quando ciò è necessario.
Grazie Dario davvero la solidarietà e la lealtà sono virtù ormai rare nel nostro partito.
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