Dal Senato un primo riconoscimento ai luoghi delle donne
Il voto del Senato che attribuisce 900.000 euro alla Casa Internazionale delle Donne rappresenta un primo importante riconoscimento delle nostre ragioni e, con le nostre, anche delle ragioni di tutti i luoghi delle donne e di tutte le donne che li fanno vivere.
Il Senato vuole contribuire a saldare un debito accumulato perché, come abbiamo sempre sostenuto, era praticamente impossibile da pagare. Un canone di locazione di 90.000 euro l’anno, che si aggiunge a tutte le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria di un grande edificio del ‘600, era ed è insostenibile persino per un’azienda. Figurarsi per una associazione no-profit.
Il Parlamento italiano lo riconosce e afferma, con il suo voto, che le attività, i servizi prestati, il ruolo nelle battaglie di libertà delle donne valgono e possono e devono essere assunti da tutta la comunità.
Non ci stupisce che il Movimento 5Stelle accolga questa iniziativa con fastidio. Al di là qualche vaga parola di tanto in tanto pronunciata dalla Sindaca Raggi, infatti, i 5Stelle questo riconoscimento non hanno mai voluto farlo, lo hanno contrastato in tutti i modi, hanno rifiutato tutte le proposte di transazione che abbiamo presentato in questi anni e che si basavano proprio sul riconoscimento del valore delle attività della Casa.
Ora la situazione dunque è cambiata. Quel debito che non avrebbe dovuto accumularsi si estingue. E ora attendiamo che la Sindaca Raggi finalmente lo capisca e che ripristini subito la convenzione con la Casa Internazionale delle Donne.
Ringraziamo tutte le senatrici e i senatori che hanno presentato gli emendamenti a favore della Casa Internazionale delle Donne e il Ministero dell’economia, che hanno compreso la rilevanza pubblica, per tutte e tutti del fatto che, proprio durante la pandemia, la Casa potesse continuare a vivere e lavorare.
Rimane, però, ancora un riconoscimento parziale.
Parziale perché non prevede il ripristino della convenzione revocata dal Comune di Roma; parziale perché non affronta e non risolve la situazione di tutti i luoghi delle donne e di tutte le associazioni che stanno vivendo da anni situazioni di difficoltà e precarietà e che sono state colpite drammaticamente dalle conseguenze della pandemia.
Ma la strada del riconoscimento del nostro valore è stata aperta e noi ci batteremo perché si arrivi fino in fondo, affermando la possibilità di avere in gestione il patrimonio pubblico in comodato d’uso gratuito, aiutando le associazioni e i luoghi delle donne a superare l’emergenza provocata dal Covid19 e riconoscendo il valore di bene comune dei luoghi delle donne femministi.