La Repubblica – Roma: Quote rosa, ecco la sentenza del Tar Una sola donna in giunta non basta
UNA sola donna in giunta non basta a garantire la parità di genere. Dieci giorni dopo l’ azzeramento dell’ esecutivo Alemanno ordinato dal Tar, arrivano anche le motivazioni della sentenza con la quale il tribunale amministrativo ha costretto il sindaco di Roma a ridefinire la sua squadra.
Decisamente insufficiente quell’ unica presenza femminile nella giunta di Roma capitale. Uno squilibrio che il sindaco ha pensato di colmare sostituendo il vicesindaco Mauro Cutrufo, promuovendo Sveva Belviso a sua vice e ingaggiando Rosella Sensi come responsabile della candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020. Ora il rapporto è di 10 assessori maschi contro2 donnee le stesse consigliere comunali, Monica Cirinnà (Pd) e Gemma Azuni (Sel) che avevano presentato il primo ricorso (accompagnato anche da quello dei Verdi) hanno deciso di riproporlo con le stesse motivazioni, convinte di vincerlo ancora, forti delle motivazioni fornite ieri dal Tar.
«Appare difficile ipotizzare sul piano della ragionevolezza – scrivono i giudici amministrativi – che la presenza nella giunta capitolina di un’ unica donna, sebbene impegnata in un ruolo di rilievo, possa garantire un’ adeguata attuazione dell’ equilibrio di genere nella rappresentanza».
Il Tar si richiama alla Costituzione quando afferma che la nostra Carta «pone il riequilibrio fra donne e uomini in generale e il principio della parità democratica nella rappresentanza, come valori fondanti del nostro sistema ordinamentale». E, ancora, citano l’ articolo 5 dello statuto del Campidoglio per dire che esso «non si limita a una mera enunciazione di principio sull’ obiettivo delle pari opportunità, ma si articola in precetti puntuali che vincolano l’ azione amministrativa in generale e, in particolare, le scelte rimesse alle competenze del consiglio comunale e dello stesso sindaco».
Secondo l’ avvocato Gianluigi Pellegrino, che ha curato il ricorso, «il Tar sancisce a chiare lette© RIPRODUZIONE RISERVATA re quanto previsto dall’ articolo 5, quale democratico limite al potere del sindaco di formare la giunta». E, aggiungono Cirinnà e Azuni, «per governare bene serve un equilibrio sostanziale tra donnee uomini e non solo nella giunta ma anche nei vertici dirigenziali degli uffici e aziende comunali». Per le due consigliere, «le motivazioni del Tar evidenziano l’ illegittimità del nuovo provvedimento di formazione della giunta».
Dall’ altra parte, però, proprio quanto riportato dal tribunale amministrativo rende «del tutto strumentale il nuovo ricorso». È l’ opinione del portavoce del sindaco Alemanno, Simone Turbolente, convinto che, dalla sentenza emerga «l’ inesistenza di un criterio numerico cui fare riferimento per la composizione della giunta capitolina». Perché, continua Turbolente, «se da un lato il Tar ha annullato la precedente composizione dell’ esecutivo, dall’ altro ha riconosciuto la non esistenza di una percentuale fissa di donne in giunta».
Ora, se il nuovo rapporto di due assessori donna a fronte di 10 uomini sia più equilibrato del precedente spetterà nuovamente al Tar deciderlo discutendo a settembre il nuovo ricorso dell’ opposizione. – MAURO FAVALE