L’Unità. L’analisi – La legge elettorale e le donne
LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE DELLA SETTIMANA SCORSA E LE PAROLE PRONUNCIATE mercoledì da Enrico Letta di fronte alle Camere imprimono finalmente un’accelerazione al processo di riforma elettorale. Si presenta un’occasione che non possiamo perdere di una legge basata su una democrazia paritaria. Una democrazia che conta sul paritario contributo di donne e uomini, che non rinuncia a nessuno dei generi, che è resa forte dalla piena collaborazione tra energie e competenze differenti e complementari. Le donne sono pronte a dare il loro contributo, pronte a condizionare positivamente scelte e innovazioni, pronte a collaborare per un’Italia migliore.
Il tempo che viviamo ci sfida sul terreno della capacità di allargare la partecipazione e collaborare per il cambiamento: le donne sono pronte a lottare per questo, scontrandosi anche con chi questa sfida non l’accetta. Non si tratta di un problema quantitativo della rappresentanza, ma investe la concreta possibilità per una delle componenti della società di incidere sui processi decisionali e fare le politiche. Siamo in un crinale storico in cui chi fa politica ha una chiara responsabilità, quella di attuare le riforme annunciate.
È il momento di raggiungere un accordo serio sulla legge elettorale, rispettoso delle indicazioni della Consulta e delle esigenze di chiarezza del processo democratico e di governabili-tà del Paese. Certo i meccanismi tecnici sono importanti, ma quello che conta davvero è il senso e il valore del modello elettorale e della democrazia che così realizziamo,
Quale che sia la legge elettorale che alla fine prevarrà, allora, deve prevedere regole che garantisca-no la piena parità di genere. Ci sono dei principi da rispettare: il pri-mo è la garanzia del 50 e 50 rispetto alle presenze di donne e uomini in lista. Il secondo è la garanzia di una parità anche nel numero di elette ed eletti. Il terzo è una garan-zia di non discriminazione econo-mica e mediatica nella partecipazione elettorale e politica, con incentivi sui rimborsi elettorali e una par condicio di genere.
Chiariamo ancora, per evitare fraintendimenti: non stiamo qui a rivendicare soglie o spazi femminili. Non si tratta solo di riequilibra-re una sotto rappresentazione di genere in Parlamento, di concede-re qualcosa alle donne, ma di un cambiamento culturale che porti a fare scelte giuste e convenienti per tutti. Stiamo valorizzando i principi di uguaglianza e pari opportunità che sono espressi con forza nella nostra Costituzione (nei principi fondamentali, all’art. 3, nelle regole dei rapporti politici, all’art. 51, nel titolo V, all’art. 117), e che devo-no ispirare le regole che ci diamo per il funzionamento della democrazia, soprattutto dopo le crisi e i fallimenti degli ultimi anni. Con la legge elettorale dobbiamo declinare con regole e modali-tà moderne ed efficaci rispetto alla complessità della società contemporanea i saldi valori costituzionali e quelli espressi nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE e nel Trattato di Lisbona.
Tornando al merito, se si sceglieranno i collegi uninominali, questi devono diventare binominali: una donna e un uomo candidati insieme ed eletti – o non eletti – insieme (come sappiamo non tutti i collegi sono uguali quanto a possibilità di vittoria e quindi una semplice parità di candidature nella totalità dei collegi non basterebbe).
Se ci saranno piccoli collegi con liste bloccate, ci deve essere l’alternanza obbligatoria tra i sessi e equa rappresentanza tra i capilista. Se prevarrà un sistema proporzionale con preferenze, deve esserci la possibilità di esprimerne una seconda, di genere diverso dalla prima. Regole non ad accesso facoltativo, ma con inammissibilità della lista nel caso di inosservanza.
Regole che possiamo discutere nel merito tecnico, ma non nel principio che le ispira. La legge elettorale è una priori-tà dell’agenda politica, per restituire credibilità al sistema. Una legge paritaria, che rilanci una democrazia paritaria, è una priorità per restituire all’Italia la piena forza per vincere le sfide del futuro.