Sui cinghiali soluzioni ci sono ma non vengono adottate
Grave, doloroso e pericoloso quanto accaduto in zona Aurelia. Per quanto riguarda la presenza dei cinghiali in città sono in molti ormai a porsi in positivo la domanda su come affrontare il problema senza far del male agli animali. Si deve sapere che l’eccesso di spazzatura nelle strade è il primo motivo per il quale i cinghiali si avvicinano alle zone abitate. Finché la città sarà così sporca queste presenze, come anche gabbiani e topi, sono destinate ad aumentare.
Le soluzioni esistono in vari enti locali la gestione delle popolazioni di cinghiali è stata affrontata positivamente. D’altra parte, quando funzionava l’ufficio per i diritti degli animali in Comune si facevano riunioni tecniche e scientifiche, si ragionava per trovare la miglior soluzione per i cittadini umani e non umani e mai nessuno ha proposto soluzioni violente che prevedessero la morte dell’animale.
La mia proposta è fare il censimento delle popolazioni e con l’aiuto delle associazioni animaliste, a partire dall’Enpa che ha un ottimo programma sugli animali selvatici presentato recentemente durante un’audizione in Senato, iniziare a pasturare, cioè dare da mangiare ai cinghiali in luoghi e orari precisi, fuori dalle aree urbane. Questo consentirebbe di allontanarli dalle zone abitate, oltre a permettere di nutrirli, per esempio, con un granone medicato che influisce sulla fecondità delle femmine con una conseguente riduzione delle nascite. Questo meccanismo permette, inoltre, di catturare e sterilizzare i maschi di cinghiale con un’ulteriore riduzione delle nascite.
È chiaro che le soluzioni esistono: pulire la città, concentrare gli animali e controllare le nascite. Cose che venivano fatte in passato e funzionavano, tant’è che situazioni di questo tipo non si verificavano. Gestivamo in questo modo anche le colonie feline e i cani liberi accuditi e gli storni. Tutto questo a Roma ora non esiste più. Speriamo che si possa ritornare a farlo
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